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Gestione del fine vita nell’area emergenza: il corso di Opi Firenze-Pistoia

L’appuntamento è in programma l’11 giugno nella sala della Regione Toscana “Auditorium Spadolini”

Firenze, 3 giugno 2024 – Nell’area emergenziale quanto è importante il limite nella gestione del fine vita? Per rispondere a questo quesito Aies (Associazione italiana emergenza sanitaria), in collaborazione con Ordine delle Professioni Infermieristiche di Firenze-Pistoia, ha organizzato un evento formativo previsto l’11 giugno a Firenze, nella sala della Regione Toscana “Auditorium Spadolini” (in via Cavour 4). Un’iniziativa che vuole porre l’accento su una riflessione sul fine vita a domicilio e sul suo intreccio col sistema di emergenza, tema molto attuale nella pratica clinica quotidiana.

«L’iniziativa ha lo scopo di aprire una riflessione e un dibattito sul limite etico, deontologico e tecnico nell’area dell’emergenza urgenza – spiega David Nucci, presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Firenze-Pistoia -. E questo al fine di dare strumenti di riflessione ai professionisti per meglio affrontare le situazioni che si pongono di fronte a loro nella quotidianità».

Si punta a fornire strumenti specifici tecnici, relazionali e organizzativi, per affrontare al meglio gestione e relazione con pazienti “end stage”, parenti, professionisti singoli e strutture che si trovano, in diversi ruoli, a interagire in simili casi.

«Si tratta di un’iniziativa interprofessionale che comprende infermieri, medici e psicologi – commenta Roberto Romano, presidente Aies (Accademia Italiana Emergenza Sanitaria) -. Questo corso va a toccare sia aspetti tecnici della professione che quelli etici e psicologici. L’approccio in emergenza verso le varie tipologie di paziente, in particolar modo quelli oncologici ed end stage, deve tenere conto del possibile outcome. Nel nostro lavoro spesso gestiamo pazienti di cui non conosciamo niente e siamo costretti a prendere decisioni che impatteranno in maniera pesante sui momenti che verranno. Qual’è il limite? Gli strumenti tecnici a disposizione dei soccorritori in molti casi permettono di rianimare una persona ma è importante anche prima capire la sua reale prospettiva, i giorni di vita che ha davanti e in quali condizioni può affrontarli».

Dopo i saluti istituzionali di David Nucci presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Firenze-Pistoia ed Enrico Sostegni presidente della Commissione Sanità della Regione Toscana, è prevista una lezione frontale con Roberto Romano presidente Aies (Accademia Italiana Emergenza Sanitaria) e Simone Magazzini direttore del dipartimento di emergenza urgenza Ausl Toscana Centro. A seguire: Yari Bardacci infermiere membro del comitato etico Aies e Valentina Settimelli psicologa, psicoterapeuta, Sosd, psiconcologia Ausl Toscana Centro; Alessio Lubrani direttore Nue 112 Regione Toscana, medico Hems equipaggio Pegaso 1 e Piero Paolini direttore C.O. 118 Firenze-Prato; Paola Arcadi direttore didattico del corso di laurea in infermieristica UniMi, Asst, Melegnano e della Martesana e Pio Lattarulo dirigente delle professioni sanitarie in Asl di Taranto sanitario.

«La legge 22 dicembre 2017, n. 219, sul consenso informato e sulle Dat (Disposizioni anticipate di trattamento) pone l’accento sull’attenzione al limite riguardo alla proporzionalità delle cure e alla loro definizione anticipata - spiega Pio Lattarulo, dirigente delle professioni sanitarie in Asl di Taranto -. Il soggetto può decidere con l’equipe curante le modalità con cui lasciarsi accompagnare nel percorso finale della malattia, in piena adesione alle sue scelte, tra cui rientra anche la sedazione palliativa profonda. Tale legge viene recepita in pieno dal codice deontologico delle professioni infermieristiche, aggiornato al 2019. Non vale lo stesso per il codice dei medici, che invece risale al 2014, è cioè ante legge. Per questo, stiamo attendendo che il loro codice deontologico venga aggiornato e rivisto al più presto per allinearci su questo tema cruciale per la cura del paziente. Per quanto attiene gli psicologi, non si rilevano particolari riferimenti alla questione, sebbene sia doveroso sottolineare l’art.18 del codice 2023 che tratta la necessità di rispettare la libertà di scelta espressa dalla persona».

«“Il margine tra accanire e accudire è davvero sottile, ma racchiude la differenza tra la cura e la sua mancanza”. Queste sono parole di un infermiere che mi sono rimaste impresse e che raccontano molto sul senso del limite nella cura – dice Paola Arcadi, direttore didattico del corso di laurea in Infermieristica, UNIMI, ASST Melegnano e della Martesana -. Per comprendere quando arriva il momento di fermarsi occorre un lavoro incessante di ascolto di sé e dell’altro, con il fine ultimo di  comprendere le volontà del paziente. Ma la vera domanda è se è possibile praticare competenze di ascolto e comprensione profonda in un contesto così veloce come quello dell'emergenza. La risposta è sì, lo è. E le narrazioni di buona cura lo confermano, facendo emergere la bellezza di valori etici e deontologici dagli incontri quotidiani, veloci, improvvisi, ma pregni di significato».

 

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